Ti segnaliamo l’interessante seminario prodotto e organizzato da Carmelinda Gentile e il Korego Theater Group Amsterdam. Avrà come tema la formazione della collettività corale, la nascita di un’entità collettiva che mette la sua individualità a servizio dell’insieme. Si approfondirà pertanto la figura del Corego, responsabile nell’antica Grecia del reclutamento degli attori coreuti tra i cittadini. E si permetterà ai partecipanti al corso di cimentarsi nello studio della tecnica corale così come accadeva nel mondo antico.
Date: 25 e 26 marzo Orario: dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 18 Luogo: Pand P (Leenderweg 65, Eindhoven) Costo: 150 euro a persona Minimo 15, massimo 20 partecipanti Le iscrizioni devono pervenire entro il 28 febbraio
Gli strangolapreti sono un primo piatto tipico del Trentino che si gusta con un condimento di burro fuso e formaggio grattugiato. Si chiamano in questo modo perché risultano piuttosto appiccicosi e tendono ad appiccicarsi al palate.
Tagliare il pane raffermo privato della crosta a cubetti, raccoglierlo in una ciotola e farlo ammorbidire con il latte circa 30 minuti. Mescolare di tanto in tanto per farlo assorbire completamente. Lavare accuratamente gli spinaci e scottarli in una pentola per circa 5 minuti. Farli intiepidire e strizzarli molto bene. Tritarli al coltello e ripassarli in padella, con un filo di olio. Strizzare accuratamente il pane ammollato e sminuzzarlo con un coltello.
Raccogliete in una ciotola il pane, gli spinaci, le uova, il formaggio grana grattugiato, un pizzico di sale e una spolverata di noce moscata. Mescolare ed amalgamare. Unire la farina per ottenere un composto compatto, che va poi trasferito dentro una sac à poche.
Far bollire abbondante acqua salata e cuocere gli strangolapreti facendo scendere pezzetti di impasto di circa 3 cm ciascuno direttamente dalla sac à poche. Da quando vengono a galla farli cuocere ancora per un paio di minuti. Nel frattempo fate sciogliere il burro con qualche foglia di salvia. Con un mestolo forato togliere delicatamente gli gnocchi e metterli nel burro fuso: vanno conditi facendo roteare il tegame e senza mescolarli, per evitarne la rottura.
Impiattare, spolverare con il grana e buon appetito!
Heel oud traditioneel culinair recept uit Triëst, daterend van 500 jaar geleden. Het is van oorsprong een stevige winterkost die volgens de inwoners van Triëst nog uit de tijd van Karel de Grote stamt.
Ingrediënten (4 personen)
700 gram zuurkool ( het is mogelijk deze kant-en-klaar te kopen maar als je het zelf wil maken bekijk het recept dan op de video)
300 gr rode bonen of witte bonen met het oogje
4 aardappelen
2 laurierblaadjes
4 tenen knoflook
2 of 3 verse gerookte saucijsjes of krabbetjes of een bot met gekookte ham (caslerib)
50 gr reuzel (varkensbuikvet)
2 eetlepels bloem
groentebouillon
zout, peper, olijfolie
Bereiding
Zet de avond van tevoren de bonen onder met koud water.
Verwarm de reuzel in een pan en fruit de twee gekneusde tenen knoflook goudbruin. Verwijder daarna de knoflook, voeg de zuurkool toe en zet onder water. Voeg zout en peper toe. Laat het op een matig vuur circa een half uur sudderen.
Kook in een andere pan de gewassen bonen met de groentebouillon en twee blaadjes laurier ongeveer een half uur op matig vuur. Voeg de in stukjes gesneden worstjes toe en kook nog een kwartier. Schil en snij de aardappels in stukken, voeg toe aan de bouillon met de bonen en vervolg het koken voor nog eens 20 minuten.
Neem van het vuur en draai de helft van de bonen met de aardappels door de zeef tot je een homogene puree hebt. Meng de dan verkregen puree met de al eerder gemaakte zuurkool, voeg de rest van de bonen met de bouillon toe.
Fruit apart, in een kleine pan, de overgebleven gekneusde tenen knoflook in twee eetlepels olijfolie (of in de reuzel). Verwijder ze als ze goudbruin zijn. Los de bloem op in de olie ( of reuzel) en meng dit heel goed om het ontstaan van klontjes te vermijden. Om aanbranden te voorkomen de bloem mengen met de soep, goed roeren.
Breng op smaak met zout en peper en serveer warm. De Jota is op zijn lekkerst als je hem een dag van tevoren maakt.
Trieste è una destinazione straordinaria per i suoi tesori storici, grandiose opere d’arte, il DNA multiculturale e l‘elegante carattere mitteleuropeo. Situata nell’Italia nord-orientale, è stretta tra il mare Adriatico a sud e le Alpi a nord, vicina al centro d’Europa, unita dall’acqua a tutti i paesi del Mediterraneo. Popolare e aristocratica nello stesso tempo, possiede il fascino irresistibile delle città di confine, crocevia di mondi latini, tedeschi e slavi. La sua posizione isolata rispetto alla penisola italiana ha permesso di conservare una tipica fluidità, che si esprime nel dialetto triestino, uno strano mélange di italiano, austro-tedesco, croato e greco. Questa varietà di influenze ci si nota negli eleganti elementi architettonici sparsi in ogni angolo: guglie, cupole e rosoni raccontano la storia del sogno del multiculturalismo e della convivenza di credi e culture diverse, qui vera da secoli.
Colonizzato nel II secolo a.C. dall’Impero romano, il centro abitato fu distrutto durante le invasioni barbariche e rinasce come libero comune associato alla casa d’Asburgo nel 1382. Nel XIX secolo la monarchia era una delle grandi potenze d’Europa e Trieste il porto più importante: come prospero centro commerciale nella regione del Mediterraneo, divenne la quarta città più grande dell’Impero austro-ungarico dopo Vienna, Budapest e Praga. Il 1719 è l’anno della proclamazione di Trieste come Porto Franco, con un conseguente incremento economico, demografico e culturale. Non si trattò solo di una solo rinascita economica, perché le popolazioni portarono con se la ricchezza della cultura d’origine e della propria religione: greci, turchi, armeni, serbi, albanesi, ebrei, tedeschi, polacchi, slavi e inglesi. L’Editto di Tolleranza, emanato da Giuseppe II sul finire del Settecento garantisce infine libertà di culto alle diverse comunità religiose presenti in città. Queste eredità sono colonne portanti di Trieste, situata all’incrocio delle culture latine e sede di diversi gruppi etnici e comunità religiose.
La storia gloriosa si rispecchia in ogni suo angolo. Il porto garantisce agli operatori internazionali condizioni esclusive, potendo accogliere navi oceaniche di ogni dimensione, grazie a profondi fondali. E’ uno dei pochi porti turistici ad affacciarsi direttamente verso il cuore del fronte mare urbano: le eleganti linee dei palazzi liberty e neoclassici accolgono immediatamente i visitatori che arrivano via mare. Percorrere il lungomare è uno dei modi migliori per entrare a contatto con la città e il suo multiforme stile architettonico. L’atmosfera romantica e decadente qui sembra essere rimasta intatta, passeggiare è come fare un viaggio nel tempo. Bere un caffè è un must e un vero piacere. Gli intenditori sanno di trovarsi nella patria di marchi conosciuti in tutto il mondo come Illy e Hausbrandt. I grandi caffè triestini sono stati importanti luoghi di ritrovo per artisti, scrittori e intellettuali come il Caffè San Marco che risale al 1914, il Caffè degli Specchi, in Piazza Unità, un tempo frequentato da artisti del calibro di James Joyce e il Caffè Tommaseo, il più antico della città fondato nel 1825. Il periodo migliore per visitare la città va da maggio ad ottobre, coincide con la stagione balneare e si conclude con la Barcolana, regata velica storica che si tiene ogni anno la seconda domenica di ottobre. Per maggiori informazioni e agenda aggiornata delle attività culturali contattare l’ufficio turistico.
Ricetta antichissima della tradizione culinaria triestina, che risale fino a 500 anni fa. Nasce come piatto di recupero ed è una lavorazione che i triestini si vantano di aver elaborato fin dai tempi di Carlo Magno.
Ingredienti (per 4 persone):
700 g di cavolo cappuccio acido
300 g di fagioli rossi o dall’occhio
4 patate
2 foglie di alloro
4 spicchi d’aglio
2-3 salsicce fresche affumicate o qualche costina di maiale oppure un osso di prosciutto cotto
50 g di strutto
2 cucchiai di farina
brodo vegetale q.b.
sale
pepe
olio
Preparazione
La sera prima mettere i fagioli a bagno in acqua fredda.
In una pentola far scaldare lo strutto e far rosolare 2 spicchi d’aglio schiacciati fino a portarli a doratura. Quindi eliminare l’aglio e aggiungere i cavoli cappuccio acidi e coprirli con acqua. Aggiungere sale e pepe. Far consumare a fuoco lento per circa mezz’ora.
In un’altra pentola cucinare i fagioli, lavati, con il brodo vegetale e 2 foglie di alloro, a fuoco lento per un’ora circa. Aggiungere le salsicce tagliate a pezzi e cuocere altri 15 minuti. Pelare e tagliare le patate a pezzetti, aggiungerle al brodo di fagioli, e proseguire la cottura per ulteriori 20 minuti.
Togliere dal fuoco e passare al setaccio metà dei fagioli e patate fino ad ottenere una purea omogenea. Aggiungere la purea così ottenuta ai cavoli cappuccio preparati in precedenza, unire il tutto ai fagioli in brodo.
A parte, in un piccolo tegame, soffriggere i rimanenti spicchi d’aglio schiacciati in 2 cucchiai di olio (o di strutto). Eliminarli una volta dorati. Stemperare nell’olio (o nello strutto) la farina mescolando attentamente per evitare la formazione di grumi. A tostatura avvenuta aggiungere la farina alla minestra, mescolando bene.
Aggiustare di sale e pepe e servire calda. La Jota è più buona se preparata con un giorno di anticipo.
Was de gepelde garnalen en kook ze 2 minuten, giet ze dan af en dep ze voorzichtig droog met keukenpapier. Laat afkoelen.
Voor de bijbehorende saus van de garnalencocktail doe de mayonaise, de ketchup, de milde mosterd en de cognac bij elkaar in een kom, meng door elkaar en voeg de room toe. Laat minstens een uur voor gebruik in de koelkast rusten.
Leg op de bodem van kleine kommetjes een bedje van gewassen en drooggedepte sla. Giet in elk kommetje een lepel saus, dan een lepel met garnalen, en weer een lepel saus.
Eindig nog met een paar garnalen en roze peper ter garnering.
1 theelepel gist voor hartige taarten (I Pizzaiolo)
zout en peper naar smaak
Bereiding
Doe de bloem met het bakpoeder in een kom en voeg het ei, de olie, de melk en de kaas toe.
Meng goed en voeg de gehakte walnoten toe tot het mengsel goed gemengd en compact is. Maak 1 of 2 platte broden en bak ze ongeveer 40 minuten in een hete oven op 180°C, maar hou het in de gaten!! Als de tijd verstreken is, laat ze dan even afkoelen en snijd ze in plakken van ongeveer 2 centimeter breed en zet ze terug in de oven voor de laatste bruining gedurende 5/10 minuten
Gnocchi alla romana kun je in een paar eenvoudige stappen bereiden.
Ingrediënten
Voor de gnocchi:
250 gram griesmeel
1 liter melk
100 gram geraspte parmigiano reggiano
50 gram boter
2 eierdooiers
Nootmuskaat
Zout
Peper
Om te gratineren
40 gram gesmolten boter
40 gram geraspte parmigiano reggiano
Giet de melk in een grote pan en warm het op samen met het zout, de peper en de nootmuskaat. Wanneer het begint te koken, voeg je gedurende enkele minuten druppelsgewijs het griesmeel al roerend toe totdat het ingedikt is; gebruik een garde om klonters te voorkomen.
Neem de pan van het vuur, voeg de boter toe en roer totdat je een mooi mengsel krijgt. Voeg de eierdooiers en de geraspte parmigiano reggiano toe en roer totdat het een glad mengsel is.
Giet het mengsel als het nog warm is op een met olie ingevette bakplaat.
Met de rug van een vochtige lepel spreid je het mengsel uit tot een laag van 1 centimeter dik; laat dit afkoelen.
Met een koekjesvorm van ongeveer 4 centimeter (of een glas) maak je één voor één de gnocchi en leg ze in een ovenschaal die ingesmeerd is met boter. Ze moeten elkaar net overlappen. Smeer ze met een kwastje in met boter en bestrooi ze met de geraspte parmigiano reggiano.
Zet het 15 minuten in een voorverwarmde oven op 180 graden en dan nog eens 5 minuten op de hoogste stand van de grill. Serveer de gnocchi alla romana warm. Het is ook mogelijk om ze op te warmen en de volgende dag op te eten.
Lavare i gamberetti sgusciati e lessarli per 2 minuti, quindi scolarli e asciugarli con della carta da cucina, tamponandoli con delicatezza. Fare raffreddare.
Per la salsa di accompagnamento del cocktail di gamberetti, unire in una terrina la maionese, il ketchup, la senape dolce e il cognac, mescolare e aggiungere anche la panna. Lasciare riposare in frigorifero almeno un’ora prima dell’utilizzo.
Preparare delle ciotoline singole con all’interno un letto di lattughino lavato e asciugato. Versare in ciascuna un cucchiaio di salsa, poi uno di gamberetti, e un altro di salsa.
Finite decorando ancora con qualche gamberetto con il pepe rosa.
La piattaforma streaming Netflix dal 4 gennaio metterà in onda una nuovissima serie tratta dall’omonimo libro di Elena Ferrante. La storia è ambientata negli anni 90, a Napoli, e ha per protagonista Giovanna: una ragazza di cui conosceremo l’infanzia e il difficile passaggio all’adolescenza, vissuta sull’orlo di un equilibrio precario. La nostra avrà il volto della bravissima giovane attrice esordiente Giordana Marengo. Il cast schiera anche due pesi massimi italiani: da un lato Alessandro Preziosi, nei panni del padre di Giovanna, e la strepitosa Valeria Golino nel ruolo della zia Vittoria. Pina Turco, già conosciuta come Deborah in Gomorra, interpreta invece la madre di Giovanna. Infine, nel cast figurano le giovani Azzurra Mennella e Rossella Gamba: sono Ida e Angela, due sorelle entrambe amiche di Giovanna. Dietro alla macchina da presa ci sarà Edoardo De Angelis che firma anche la sceneggiatura insieme alla stessa Ferrante e agli sceneggiatori Laura Paolucci e Francesco Piccolo.
Nel frattempo consigliamo la visione di “Odio il Natale”, prima serie natalizia in italiano della piattaforma, remake della norvegese” Natale con uno sconosciuto” di Per-Olav Sørensen. Ambientata tra Chioggia e Venezia e perfetta (specialmente per chi è single) da godersi durante le feste.