La Vigna di Leonardo da Vinci

In pochi sanno che a Milano esiste la Vigna di Leonardo da Vinci. E’ uno dei luoghi più affascinanti ed insospettabili del centro città di Milano, un’oasi di pace racchiusa tra l’arte della Casa degli Atellani e la natura rigogliosa del giardino nascosto.
 
Mentre Leonardo da Vinci si trovava a Milano, il duca Ludovico il Moro donò all’artista una vigna, in segno di riconoscimento per le mirabili opere con le quali stava abbellendo la città ducale, dal Cenacolo alla Sala delle Asse, dal monumento equestre a Francesco Sforza – poi mai realizzato – fino alla Vergine delle Rocce nella chiesa oggi distrutta di San Francesco Grande.
 
Nacque così la Vigna di Leonardo, riaperta al pubblico in occasione di Expo 2015. Si trova vicino a Santa Maria delle Grazie, nel cortile della Casa degli Atellani. Uno splendido palazzo dove antiche pitture riferibili alla scuola del Luini si mescolano con i raffinati restauri di Piero Portaluppi, autore anche di Villa Necchi Campiglio.
 
La Vigna di Leonardo, già citata nel 1498 e ampia circa 8300 metri quadri, è un antico vigneto donato da Ludovico il Moro per far sentire l’artista a casa, visto
che la famiglia di Leonardo possedeva molti vigneti in Toscana.
 
La vigna, sopravvissuta all’invasione francese come ai bombardamenti del 1943, è aperta al pubblico. Visitarla è un’esperienza unica, un viaggio tra storia, arte e natura.

Cotoletta alla Milanese

Per preparare una tradizionale cotoletta alla milanese deve essere utilizzata la lombata o la costoletta di vitello da latte, battuta con il batticarne a formare la cosiddetta “orecchia d’elefante” per poi essere fritta, secondo la tradizione, nel burro (oppure in olio di arachidi).

Ingredienti:

  • 1 fetta di carne di vitella (costoletta con osso)
  • 1 uovo
  • pangrattato qb
  • farina 00 qb
  • sale qb
  • 300 gr di burro chiarificato o 1 litro di olio di semi di arachide
  • 1 limone per servire

Preparazione:

Tagliate il grasso esterno delle lombate per evitare che si riduca durante la cottura. Prendete un batticarne, lavorate con forza le lombate sul tagliere e schiacciatele per renderle morbide e sottili. Versate una tazza di farina in un piatto, una tazza di pangrattato in un altro piatto e sbattete le uova in un altro piatto ancora.

Incominciate infarinando le fettine di vitella, passandole poi nell’uovo sbattuto e infine nel pangrattato, pressandole bene. Se volete ottenere un’impanatura più spessa e croccante, ripassatele una seconda volta nell’uovo e nel pangrattato.

Fate fondere il burro chiarificato in una padella molto larga e scaldatelo bene. Friggete le cotolette alla milanese pochi minuti per lato, fino a quando non risulteranno belle dorate. In alternativa friggetele nell’olio di arachidi. Sgocciolatele bene e asciugatele con della carta assorbente da cucina.

Servite le cotolette alla milanese ben calde, accompagnate da fette di limone e da un’insalatina leggera o pomodorini.

Venetiaanse beignets

Venetiaanse beignets (in dialect “fritoe venexiane”) zij zijn de onbetwiste koninginnen van de carnavalsperiode. Om hun oorsprong te achterhalen moeten we een paar eeuwen terug in de tijd. Al in de Zeventiende eeuw bestond er in Venetië een vereniging van 70 frituurbakkers, die elk een eigen deel van de stad hadden om hun activiteit uit te oefenen en deze ook aan hun kinderen doorgaven. In de Achttiende eeuw werden de beignets uitgeroepen tot “Nationaal dessert van de Venetiaanse Staat”; ze zaten vaak aan een spies geregen, zodat ze warm gegeten konden worden zonder dat men vette handen kreeg. Het originele recept vraagt om sultana-druiven en pijnboompitte; daarna zijn er talloze variaties ontstaan.

Ingrediënten (voor 35-40 beignets):

  • 500 gram Manitoba bloem (00 bloem)
  • 25 gram verse biergist
  • 150 gram lauwe melk
  • 80 gram boter
  • 2 grote eieren op kamertemperatuur
  • 80 gram kristelsuiker
  • 50 gram grappa of rum
  • 120 gram sultana rozijnen
  • 100 gram pijnboompitten
  • 1 vanillestokje
  • zout
  • arachideolie om te frituren
  • poedersuiker om te decoreren

Bereiding:

Om de Venetiaanse carnavalsbeignets te bereiden, los je de biergist op in een half glas lauwe melk.

Giet de bloem in de mengkom (of in een grote kom waarin je het deeg met de hand gaat kneden) en voeg de gesmolten gist, de lichtgeklopte eieren, de gesmolten koude boter, de resterende melk, de grappa of rum, de suiker, de zaadjes uit het vanillestokje en een snufje zout.

Monteer de kneedhaak en draai het deeg tot het glanzend en zacht is. Voeg dan toe de pijnboompitten en de rozijnen, die vooraf in water zijn geweekt, uitgeknepen en gedroogd.

Kneed opnieuw, om de rozijnen en pijnboompitten gelijkmatig te verdelen, en maak van het deeg een bal.

Leg deze in een kom, dek hem af met huishoudfolie en laat het 2 tot 4 uur rijzen op een warme plaats.

Als de rijstijd is verstreken, zal het deeg verdubbeld zijn. Neem er stukjes van, iets groter dan een walnoot, en bak ze in voldoende olie op een temperatuur van 170 graden.

Wanneer de beignets goed gezwollen en goudbruin zijn, haal ze er dan uit met een schuimspaan en leg ze op absorberend papier. Schik ze op een serveerschaal en bestrooi ze met poedersuiker. Serveer de Venetiaanse carnavalsbeignets als ze nog warm of lauw zijn.

Un sacco di divertimento al forno, Ada

Le canzoni più belle del Festival di Sanremo 2022

Il video del brano vincitore

Si è conclusa una delle edizioni più viste e seguite del festival della canzone italiana, che ha incoronato vincitori Mahmood & Blanco con il brano Brividi, seconda Elisa e terzo Gianni Morandi. La giovane coppia di cantanti rappresenterà l’Italia all’Eurovision, che si terrà a Torino dal 10 al 14 maggio con la conduzione di Alessandro Cattelan, Laura Pausini e Mika. 
 
Ma oltre ai vincitori, che stanno scalando le classifiche anche all’estero, quali sono le canzoni più ascoltate? I brani più ascoltati in radio sono Irama con Ovunque sarai, seguita da Ciao ciao di La Rappresentante di Lista, Insuperabile di Rkomi e Farfalle di Sangiovanni. 
 
E il testo:
 
Ho sognato di volare con te
Su una bici di diamanti
Mi hai detto, “Sei cambiato
Non vedo più la luce nei tuoi occhi”
La tua paura cos’è?
Un mare dove non tocchi mai
Anche se il sesso non è
La via di fuga dal fondo
Dai, non scappare da qui
Non lasciarmi così
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi
Tu, che mi svegli il mattino
Tu, che sporchi il letto di vino
Tu, che mi mordi la pelle
Con i tuoi occhi da vipera
E tu, sei il contrario di un angelo
E tu, sei come un pugile all’angolo
E tu scappi da qui, mi lasci così
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi
Dimmi che non ho ragione
E vivo dentro una prigione
E provo a restarti vicino
Ma scusa se poi mando tutto a puttane e
Non so dirti ciò che provo, è un mio limite
Per un “ti amo” ho mischiato droghe e lacrime
Questo veleno che ci sputiamo ogni giorno
Io non lo voglio più addosso
Lo vedi, sono qui
Su una bici di diamanti, uno fra tanti
Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi 

La più divertente e mia preferita? Il tormentone del duo La rappresentante di Lista: perfetto per ballare e cantare “Con le mani, con i piedi, ciao ciao.”

Frittelle veneziane

Le frittelle veneziane (in dialetto “fritoe venexiane”) sono le regine indiscusse del periodo carnevalesco. Per risalire alla loro origine bisogna andare indietro nel tempo di qualche secolo. Già nel ‘600 a Venezia esisteva un’associazione di 70 fritoleri, ognuno con una propria area della città per esercitare in esclusiva l’attività da tramandare ai figli.  Nel ‘700 furono proclamate “Dolce Nazionale dello Stato Veneto”. Spesso venivano infilate in uno spiedo, per mangiarle ancora calde senza ungersi le mani. La ricetta originale prevede l’uva sultanina e i pinoli, poi si sono sviluppate numerose varianti.

Ingredienti (per 35-40 frittelle):

  • 500 g di farina manitoba
  • 25 g di lievito di birra fresco
  • 150 g di latte tiepido
  • 80 g di burro
  • 2 uova grandi a temperatura ambiente
  • 80 g di zucchero semolato
  • 50 g di grappa o rum
  • 120 g di uvetta sultanina
  • 100 g di pinoli
  • 1 bacca di vaniglia
  • sale
  • olio di arachidi per friggere
  • zucchero a velo per decorare

Preparazione: 

Per preparare le frittelle di Carnevale veneziane iniziate a sciogliere il lievito di birra in mezzo bicchiere di latte tiepido. Versate la farina nella ciotola della planetaria (oppure in una ciotola capiente in cui lavorerete l’impasto a mano) e unite il lievito sciolto, le uova leggermente sbattute, il burro fuso e freddo, il latte rimasto, la grappa (o il rum), lo zucchero, i semini di vaniglia estratti dalla bacca e un pizzico di sale.

Con il gancio a uncino montato, impastate fino a ottenere un impasto lucido e morbido. Aggiungete quindi all’impasto anche i pinoli e l’uvetta, precedentemente ammollata in acqua, strizzata e asciugata. Impastate ancora per distribuire uvetta e pinoli in maniera uniforme, quindi formate una palla. Sistematela in una ciotola, coprite con pellicola e lasciate lievitare da 2 a 4 ore in un luogo tiepido.

Trascorso il tempo di lievitazione l’impasto sarà raddoppiato. Prelevatene dei pezzetti, grandi poco più di una noce, e friggeteli in olio profondo alla temperatura di 170°.

Quando le frittelle saranno belle gonfie e dorate, scolatele con una schiumarola e passatele su carta assorbente. Sistematele sul piatto da portata e spolverate con zucchero a velo. Servite le frittelle di Carnevale veneziane quando sono ancora calde o tiepide.

Taart van kikkererwtenmeel (Cecina)

Ingrediënten:

  • 250 gram kikkererwtenmeel
  • 4 gram zout
  • 750 ml. water
  • Extra vierge olijfolie
  • Snufje peper en zout

Bereiding:

Doe het kikkererwtenmeel in een ruime kom, voeg hieraan het water en het zout toe en meng dit met een garde tot een glad deeg. Bedek de kom met een bord. Meng het deeg zo nu en dan nogmaals en haal het schuim, wat zich eventueel gevormd zal hebben, weg. Laat het deeg ongeveer 4 uur rusten op kamertemperatuur (of in de warmere zone in de koelkast).

Verwarm een traditionele oven voor op 220 graden of een heteluchtoven op 200 graden.

Schenk in de tussentijd de extra vierge olijfolie in een dunne laagje van ongeveer 1 mm in een ovenschaal.  Je hebt een ovenschaal met een diameter van 40 cm nodig om een dunne en krokante taart van kikkererwten te bakken. Een rechthoekige schaal van 30X40 cm is ook prima, als die in je oven past. Als je meer van een hogere en zachtere taart houdt, neem dan een kleinere ovenschaal.

Meng het deeg nog een keer en schenk het dan in de ovenschaal. Er zal olijfolie naar boven drijven, strijk deze met een houten lepel gelijkmatig uit, maar zonder de bodem te raken, zodat deze bedekt blijft met het laagje olijfolie. Zet de schaal in de oven en bak deze in ongeveer 35-40 minuten zodat de bovenkant een goudbruine tot bijna hazelnootachtige kleur heeft. Serveer warm en versgebakken met een snufje peper uit de molen.

Loquis, la prima piattaforma di Travel Podcasting

Mentre ascolti la tua musica, cammini, sei in auto o sui mezzi pubblici, Loquis racconta storie ed informazioni legate ai luoghi che ti circondano o che visiti di frequente.
La start up italiana, che si sviluppa sul sito on line o tramite app, ha creato centinaia di canali e decine di migliaia di local audio dedicati non solo alle bellezze dell’Italia. Ecco alcune pillole audio dedicate alla nostra Eindhoven, da ascoltare e anche da leggere:

Kazerne
Campina 
Mariënhage
Piet Hein Eek

Cecina

Ingredienti:

  • 250 gr di farina di ceci
  • 4 gr sale
  • 750 acqua
  • olio extravergine di oliva
  • sale pepe centimetro

Preparazione: 

Mettere la farina di ceci in una capiente ciotola, aggiungere l’acqua e il sale e mescolare con una frusta per amalgamare bene. Coprire con un piatto. Ogni tanto mescolare ulteriormente e togliere l’eventuale schiuma che si sarà formata. Lasciare riposare per circa 4 ore a temperatura ambiente (o in frigorifero nella stagione calda).

Scaldare il forno a 220 gradi in modalità statica oppure 200 in modalità ventilata. Nel frattempo versare l’olio extravergine di oliva nella teglia formando uno strato sottile di un millimetro circa. La teglia dovrà essere tonda e del diametro di 40 centimetri per avere una torta di ceci bassa e croccante. Andrà bene anche una teglia rettangolare 30×40 per poter entrare nel forno di casa. Se vi piace più alta e morbida diminuite la dimensione della teglia.

Dare un’ultima mescolata all’impasto d’acqua e farina e versarlo nella teglia. Con un cucchiaio di legno distribuire uniformemente l’olio che sarà salito in superficie, ma senza toccare il fondo in modo da lasciare integro il velo d’olio che lo ricopre. Infornare per 35-40 minuti fino a che la superficie sarà diventata dorata e quasi color nocciola. Servire calda appena sfornata con una macinata di pepe.

Risotto met erwten

Ingrediënten:

  • 3 ons carnaroli rijst
  • 6 ons (dop) erwten
  • 1 lente-ui
  • bosje peterselie
  • half ons buik- of wangspek
  • 1 glas droge witte wijn
  • 1 ons Parmezaanse kaas
  • 2,5 ons gezouten boter, peper 

Voor de bouillon: een ui, een wortel en enkele blaadjes selderij, enkele stengels peterselie, zout.

Bereiding in 40 minuten
 
Met zout water en de aromatische groenten bereid je de groentebouillon. Blancheer de helft van de erwten in een beetje zout water, vervolgens pureer je ze waardoor je een dikke crème krijgt, die je opzij zet. Braad in een half ons boter de grof gesneden spek en pureer deze met de mixer tot een gladde crème.

Braad in een ons boter de zeer fijn gehakte ui en begin met het aanbakkenvan de rijst; wanneer die begint te “zingen” voeg je de witte wijn toe, die je laat verdampen. Voeg de erwten toe, nadat je ze hebt gewassen, de speksaus en terwijl het kookproces verder gaat, ook de crème met erwten. Daarna gaar je de rijst verder door geleidelijke toevoeging van de groentebouillon.

Halverwege voeg je de fijngesneden peterselie toe. Als de rijst gaar is, breng deze dan op smaak met zout en peper, bind met de overgebleven boter en Parmezaanse kaas en serveer het gerecht ‘all’onda’, dat wil zeggen als het precies goed is; niet te nat en niet te droog, maar een dikke, smeuïge crème.

Zerocalcare

Strappare lungo i bordi è una serie animata italiana scritta e diretta da Zerocalcare – al secolo Michele Rech – per la piattaforma di streaming Netflix.
 
E’ uno dei fumettisti più amati in Italia, che già in passato si era affacciato al mondo del cinema con “La profezia dell’armadillo” presentato alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia. Torna ora sullo schermo grazie a questa serie che è tanto coinvolgente. L’artista è nato nel 1983 nella Capitale e vive a Rebbia. Sceglie di parlare della propria vita attraverso il fumetto e con i suoi disegni riesce a raccontare delle esperienze vissute con la propria pelle con ironia e melanconia.
 
La serie ruota attorno a un viaggio che Zerocalcare e i suoi due amici di sempre, Sarah e Secco, devono affrontare. Nel corso degli episodi si susseguono racconti e flashback della vita del protagonista, passando dagli anni delle scuole medie, a quelli del liceo, fino a tornare al presente, raccontando la sua esistenza attraverso il sarcasmo che contraddistingue il personaggio. Durante il viaggio il protagonista cerca in tutti i modi di distrarsi da quello che la sua coscienza (un armadillo dalle sembianze antropomorfe che lo accompagna da sempre, doppiato dall’attore Valerio Mastandrea) vuole ricordargli: il motivo per cui i tre amici si stanno dirigendo in treno verso la città di Biella.