Antonio Diodato

È Antonio Diodato, con il brano Fai rumore il vincitore della settantesima edizione del Festival di Sanremo. Il cantautore è riuscito a spuntarla sul favorito Francesco Gabbani (arrivato secondo) e sugli outsider Pinguini Tattici Nucleari, giunti al terzo posto. Aostano classe 1981, ma cresciuto a Taranto, Diodato è laureato al DAMS di Roma in cinema ed esordisce nell’aprile 2013 con l’album E forse sono pazzo. Nel febbraio 2014 partecipa al 64esimo Festival di Sanremo nella categoria nuove proposte con la canzone Babilonia e Mina su giornale Vanity Fair cita il brano considerandolo uno dei migliori di tutto il festival. Nel 2016 firma un contratto discografico con Carosello Records e nel 2017 pubblica l’album Cosa siamo diventati. A febbraio 2018 Diodato sale sul palco di Sanremo con Roy Paci presentando il brano Adesso

Da tempo è considerato come uno dei migliori artisti italiani: siamo di fronte a un artista vecchio stile nonostante la giovane età, cresciuto con la musica dei Beatles e quella dei cantautori italiani e arrivato al successo attraverso la gavetta. Diodato rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest di Rotterdam il giorno della finale prevista il 16 maggio all’Ahoy Arena.

Songtekst

Per un pugno di libri

Cari studenti appassionati di libri italiani, questa è davvero una bella notizia per voi! La stichting Fantaitaliando supporta ed organizza a Eindhoven Laboratori Didattico – Creativi per bambini in italiano. Lo scopo dell’associazione è di insegnare la lingua e cultura italiana ai bambini, creando per loro delle opportunità di apprendimento, dandogli stimoli e nutrendo la loro curiosità.

L’idea è partita dalla volontà di realizzare nella città di Eindhoven una realtà dove i bambini possono parlare italiano, arricchire il loro vocabolario e approfondire la grammatica. L’aspetto interessante per voi è che nel tempo l’associazione ha iniziato a raccogliere moltissimi libri in lingua italiana che sono disponibili anche per voi.

La comunità degli italiani residenti in città ha donato e regalato diversi testi che sono stati raccolti in questo catalogo online https://fantabiblio.libib.com/. In questo momento potete trovare solo i libri per bambini nel catalogo, ma in realtà i testi sono ancora di più e per tutte le età e capacità di lettura. Se siete interessati qui trovate il regolamento e tutte le informazioni per il prestito e dove potete trovare i testi: https://www.fantaitaliando.nl/fantabiblio.

Buona lettura!

Finisce il 2019, anno in cui ci ha lasciato Andrea Camilleri

I suoi libri sono stati tradotti in oltre 120 lingue. La serie televisiva tratta dai suoi libri, il Commissario Montalbano, è tra le più celebri della storia televisiva italiana. Uno scrittore, uno sceneggiatore, un regista e un docente; in una sola parola: un maestro.  Andrea Camilleri, classe 1925, si è spento la mattina del 17 luglio di quest’anno a Roma all’ospedale Santo Spirito dove era arrivato in condizioni gravi. Lascia un patrimonio di oltre 100 libri e 30 milioni di copie vendute. Dai romanzi al teatro fino alle prese di posizione sulla politica, l’Italia quest’anno ha pianto uno dei suoi più grandi autori contemporanei. 

“Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto* passare tra il pubblico con la coppola in mano”. Così rispondeva Andrea Camilleri a chi gli chiedeva come mai a 93 anni non si fosse ancora deciso ad andare in pensione, come mai nonostante gli occhi che da tempo si erano spenti, continuasse a impastare realtà e fantasia in quella sua lingua eccezionale, il vigatese, che non aveva alcun corrispettivo nella realtà, ma che finiva per essere più concreta che mai. Non si può smettere di fare ciò per cui si è nati. E il Maestro siciliano era nato per raccontare storie, ma vivrà per sempre nelle pagine dei suoi libri.

Come ricordarlo al meglio? Con questa bellissima intervista televisiva presso Che tempo che fa, piena di speranza e saggezza.

Se avete ancora voglia di ascoltarlo consigliamo anche questo racconto dalla serie Camilleri legge Montalbano – Il compagno di viaggio

*) cunto: arcaica forma di poesia narrativa in dialetto siciliano, dalle antichissime origini greche

Veneta

Il 12 novembre in tutto il mondo si è parlato di Venezia per la straordinaria onda di acqua alta che ha sommerso ampie zone della città, raggiungendo un livello massimo di 187 centimetri e avvicinandosi ai livelli di quella mai registrata, i 194 centimetri dell’alluvione del 1966. L’acqua alta – definita così quando il livello del mare supera gli 80 centimetri – è un fenomeno ricorrente nella storia di Venezia, ma negli ultimi anni è diventata sempre più frequente.

Normalmente a Venezia il contributo più significativo alle maree è dato dal fattore astronomico, cioè l’attrazione della Luna e secondariamente anche del Sole che ciclicamente e regolarmente fanno alzare e abbassare il livello delle acque, ma a volte a questo si aggiungono fattori meteorologici, come forti piogge e vento di scirocco proveniente dal basso Adriatico. Oltre a questi due fattori, ci sono altre due condizioni che hanno un effetto sul fenomeno dell’acqua alta: l’abbassamento del livello del suolo e l’innalzamento del livello del mare. Per tutti questi motivi da tempo ormai Venezia sta studiando un modo per prevenire che l’acqua alta sommerga regolarmente la città, e nei prossimi anni dovrebbe essere inaugurato il MOSE, una specie di enorme e costosissima diga mobile che si azionerà quando l’alta marea supererà la soglia dei 110 centimetri. La costruzione del MOSE è iniziata circa quindici anni fa, ma è stata caratterizzata da grandi ritardi e imprevisti: attualmente l’opera è realizzata al 94% secondo i suoi costruttori, e la data annunciata per la sua entrata in funzione è la fine del 2021.

In Italia non si parla di altro e spesso si fanno riferimenti agli esempi olandesi, come le protezioni del porto di Rotterdam. Dopo l’acqua alta straordinaria che ha sommerso l’intera città di Venezia e le altre isole della laguna come non capitava da 53 anni, sono stati stimati danni per centinaia di milioni di euro, anche se il livello sta rientrando nella media stagionale. La città è ancora fragile e l’acqua alta durerà ancora per giorni, mentre residenti e commercianti stanno provvedendo a sistemare gli immensi danni subiti.

Allarme furto di sabbia in Sardegna

E’ stata una lunghissima e calda stagione estiva per la bella isola italiana, meta perfetta per tantissimi turisti, che ha purtroppo conquistato un triste primato: ben 10 tonnellate di sabbia sequestrate ai controlli di sicurezza aeroportuali. Quest’anno sono state sequestrate (tra sabbia e conchiglie) 6 tonnellate a Cagliari, 4 fra Olbia e Alghero.

Sono diversi i vacanzieri che non sanno o fanno finta di non sapere che sia vietato saccheggiare la sabbia, danneggiando le bellissime spiagge sarde. Sicuramente la colpa è dovuta anche alla linea morbida italiana nei confronti del furto: nonostante i controlli, sono poche le punizioni o le multe, anche se esiste una norma regionale che prevede una sanzione che varia da 500 a tremila euro. E’ stata colpita in particolare la paradisiaca spiaggia bianca di Villasimius che è andata letteralmente “a ruba”, visto che il bilancio furti di granelli di sabbia, pietre e conchiglie nell’Area Marina protetta di Carbonara quest’anno ha superato la tonnellata.

Il fenomeno non sembra ridursi, nonostante le amministrazioni locali assieme a quella regionale e con il sostegno delle associazioni abbiano deciso di correre ai ripari. Sono stati intensificati i controlli e create diverse una campagna di comunicazione e sensibilizzazione.  “Il mare, i nostri litorali e le bellezze naturali che vi abitano e che vengono tutelate dalle normative sono il nostro biglietto da visita e uno dei principali attrattori della stagione marino-balneare – ha detto il presidente di Federalberghi Paolo Manca – per questo motivo occorre sensibilizzare i nostri ospiti spiegando loro che tutto l’habitat naturale delle zone umide e dei litorali, formatosi in migliaia di anni e oggi bene primario da tutelare, deve essere lasciato al libero godimento delle future generazioni”. Speriamo per il prossimo anno maggiore tutela da parte delle autorità e maggiore rispetto per la natura sarda da parte di tutti i turisti.

Le olimpiadi invernali 2026 si terranno in Italia

Il Comitato Olimpico Internazionale ha annunciato che Milano e Cortina d’Ampezzo organizzeranno le Olimpiadi invernali del 2026. Per l’Italia saranno le terze Olimpiadi invernali, dopo Cortina 1956 e Torino 2006, e le quarte contando anche quelle estive di Roma 1960.

I Giochi del 2026 si svolgeranno tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Secondo quanto indicato nel dossier presentato al CIO dal comitato organizzatore, la cerimonia di apertura si terrà allo stadio Giuseppe Meazza di Milano, le gare saranno divise fra le tre regioni mentre la cerimonia di chiusura è prevista all’Arena di Verona.

Nei luoghi indicati dal comitato promotore di Milano-Cortina 2026 hanno tuttora sede due prove di Coppa del Mondo di sci alpino, una di Coppa del mondo di sci di fondo, una di salto con gli sci e l’unica tappa italiana della Coppa del mondo di biathlon. Questa divisione, resa possibile dal numero di strutture già presenti, dovrebbe permettere l’organizzazione di una manifestazione più sostenibile rispetto a quelle del passato. Rispetterebbe inoltre le linee adottate dal CIO con la sua ultima importante riforma, la quale impone come requisito indispensabile per le candidature l’organizzazione di eventi a impatto ambientale contenuto e l’ottimizzazione di infrastrutture e sfruttamento del suolo.

Per quanto riguarda i villaggi olimpici, ne verranno costruiti tre. Il principale sarà permanente e a Milano, nella zona attualmente occupata dallo scalo merci in disuso nel quartiere di Porta Romana: al termine dei Giochi dovrebbe diventare parte di un campus residenziale per studenti con cui il comune conta di risolvere la carenza di alloggi universitari in città. Il secondo villaggio olimpico verrà costruito a Cortina d’Ampezzo, nella frazione di Fiames, e sarà temporaneo, mentre il terzo è previsto a Livigno: verrà utilizzato dalla Protezione Civile e al termine delle Olimpiadi riconvertito in un centro di allenamento avanzato per gli atleti italiani.

L’Italia si è giocata tutto durante la presentazione anche grazie al duetto bipartisan di Giuseppe Sala e di Luca Zaia, diversa fede politica ma uguale voglia di arrivare alla vittoria, per il proprio territorio, ma anche per un Paese che spera di rialzare la testa dopo tanto pessimismo.  Nel video emozionale che si è intervallato alle parole, si ascoltava “secondi a nessuno” e l’Italia finalmente sorride perché ha vinto una grande scommessa.

E con orgoglio può rialzare la testa. Video di presentazione

Eurovision 2019

Vince l’Olanda e gli italiani modificano le pagine Wikipedia dei Paesi che hanno dato un voto basso a Mahmood

Sabato 18 maggio è terminata la finale dell’Eurovision Song Contest 2019 dove ha trionfato l’olandese Duncan Laurence con il brano Arcade. L’italiano Mahmood – arrivato con il massimo dell’umiltà grazie al pezzo Soldi che ha vinto Sanremo – si è piazzato al secondo posto conquistando 465 voti in totale dalle giurie e dal televoto. Si tratta per l’Italia del miglior risultato raggiunto dal 2011, quando anche Raphael Gualazzi si classificò sul secondo gradino del podio. Mahmood fa meglio di Grande Amore del Volo (terza nel 2015), di Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani (sesta nel 2017) e di Non mi avete fatto niente di Ermal Meta e Fabrizio Moro (quinta nel 2018). I giornalisti italiani ci tengono a sottolineare che nell’Arena di Tel Aviv tutti, ma proprio tutti hanno battuto le mani a tempo della hit Soldi. Nonostante questo e i tantissimi voti arrivati dal televoto, il cantante non ha avuto il primo posto che è andato invece all’Olanda. Come da tradizione gli utenti italiani, piuttosto “bellicosi” quando si tratta di Eurovision, si sono divertiti a fare alcune modifiche alle pagine Wikipedia dei Paesi che hanno dato un voto basso a Mahmood.

Report dell’evento:

la Repubblica

Corriere della Sera

Topolino ‘Made in Italy’ compie 70 anni

Era il 7 aprile 1949 quando Topolino fu pubblicato nello storico formato libretto. Da allora, il celebre settimanale a fumetti ha accompagnato generazioni di italiani e il 3 aprile esce con un numero celebrativo e con un volume che ripercorre la storia unica del magazine. Da allora è rimasto invariato nel suo formato, ma ha saputo evolversi e adeguarsi alla società che cambia, accompagnando generazioni di italiani dai primi passi nella lettura a momenti piacevoli di svago, intrattenimento, ma anche di conoscenza e apprendimento.

Su queste pagine sono nate le grandi parodie Disney come la rivisitazione della Divina Commedia dove Pippo era Virgilio, Topolino Dante e il testo era scritto in terzine. Sono seguiti omaggi e storie ispirate a classici, soprattutto italiani (I Promessi Sposi ad esempio sono diventati Promessi Paperi nel 1976 e Promessi Topi nel 1989) ma non solo: L’Odissea è stata rivisitata nel 1961.

Da sempre il rapporto con la cultura italiana, contemporanea e non, è stato strettissimo: hanno realizzato soggetti e storie per Topolino Enzo Biagi, Mario Monicelli, Alessandro Baricco (che ha riscritto il suoNovecento), Susanna Tamaro, Renzo Arbore, Vincenzo Mollica. Spesso maestri del fumetto hanno incontrato i grandi maestri del cinema. È il caso di “Topolino presenta:La Strada – Omaggio a Federico Fellini”. In questa storia del 1991 sono state ricreate le atmosfere del film del 1954 facendo vestire di nuovo a Topolino i calzoncini dei suoi primi anni, quelli rossi con i bottoni gialli. Il risultato piacque moltissimo a Fellini e a Giulietta Masina.

Molti vip e personaggi televisivi sono stati trasformati in paperi (da Francesco Totti a José Mourinho, da Fiorello a Jovanotti, da Mike Bongiorno al commissario Montalbano), e molti paperi sono stati inventati di sana pianta. Personaggi “italiani” sono infatti Paperinik, il papero ecologista Ok Quack e l’investigatore Umperio Bogarto Romano Scarpa, altro grande maestro Disney, è il papà di Atomino Bip Bip, della fidanzata di Gambadilegno Trudy,  dell’eterna innamorata di zio Paperone, Brigitta, di Filo Sganga, di Paperetta Yé-Yé. Oggi l’Accademia Disney italiana è leader globale e le storie inventate e realizzate per le pagine di Topolino in Italia vengono tradotte nel mondo.

Chi è Leonardo Del Vecchio, il secondo uomo più ricco d’Italia?

Secondo la classifica di Forbes, il patrimonio di Del Vecchio ammonta a 20 miliardi di dollari ed è il secondo uomo più ricco d’Italia (51° al mondo) dietro soltanto a Giovanni Ferrero, famosissimo per la Nutella. Ma chi è Leonardo Del Vecchio? Mentre i fratelli crescono sotto la guida della madre, a giovanissimo dopo la morte del padre viene affidato al collegio dei Martinitt per rimanerci fino all’età di 14 anni. Un anno più tardi trova la sua prima occupazione, quella di garzone presso la Johnson, fabbrica specializzata nella produzione di coppe e medaglie attualmente ancora attiva. Sono proprio i proprietari di questa azienda a spingere Leonardo Del Vecchio a specializzarsi in incisione e design presso l’Accademia di Brera. Specializzatosi in incisioni metalliche, si trasferisce a 22 anni in Trentino, dove trova occupazione presso una fabbrica del settore.

 
L’ingresso nel mondo degli occhiali inizia nel 1958, anno in cui Del Vecchio decide di trasferirsi in provincia di Belluno dove apre una bottega che fabbrica montature per occhiali. L’intento è di produrre un occhiale finito con il proprio marchio Luxottica: nel 1971 il successo è immediato.
 
Nel 1990 Luxottica viene quotata alla Borsa di New York, mentre la quotazione sulla Borsa Italiana avverrà solo 10 anni più tardi. Nei primi anni duemila continua ad acquisire varie aziende nel settore sparse per il mondo e compra sia Ray-Ban che Oakley, società californiana che produce gli occhiali sportivi più famosi del mondo, per una cifra di 2,1 miliardi di dollari. Nel febbraio 2017 Del Vecchio prende accordi con il colosso francese Essilor, dando così vita al gruppo dell’occhialeria più grande d’Europa nell’ottobre 2018. Gli attuali marchi di occhiali prodotti da Luxottica – e dunque made in Italy – sono ad oggi tra gli altri Chanel, Dolce & Gabbana, Burberry, Michael Kors, Giorgio Armani, Persol, Prada, Ray-Ban e Tiffany.
 
http://www.luxottica.com/it

Il testo più bello del Festival di Sanremo 2019

Mahmood ha vinto la 69° edizione del Festival di Sanremo. Il giovane artista milanese – nato nel 1992 da madre italiana e padre egiziano – è arrivato sul palco a sorpresa al fianco dei grandi big come Loredana Bertè, Patty Pravo e Daniele Silvestri grazie alla vittoria di Sanremo giovani. La sua canzone Soldi ha convinto la critica per freschezza ed originalità e lo porterà a rappresentare l’Italia alla prossima edizione dell’Eurofestival.

Ma il vincitore morale del festival è per molti Simone Cristicchi (foto), che ha scritto uno dei testi più belli e profondi della kermesse sonora vincendo il meritatissimo Premio Sergio Endrigo. Il brano Abbi cura di me, che si è aggiudicato anche il Premio come migliore composizione musicale assegnato dall’orchestra del Festival, si è fatto notare fin dal primo ascolto per una forza emotiva unica. Un testo profondo, una melodia vibrante e un’interpretazione profonda, per un artista che presto inizierà un lungo tour nei teatri italiani.
Buon ascolto.

Video esibizione Sanremo:

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