La ruzzola: un gioco tradizionale

Durante la mia vacanza in Italia, nelle Marche, vedevo spesso un gruppo di uomini lanciare un disco di legno su una strada asfaltata. Ero curioso a sapere cosa stessero facendo e così l’ho chiesto. Erano più che disposti a spiegarmelo. Il gioco con cui si divertivano si chiama “ruzzola” o per esteso “lancio della ruzzula“. Un disco di legno chiamato “ruzzola” deve rotolare il più lontano possibile lungo una strada di campagna fino a fermarsi, solitamente nei cigli della strada. Esistono diverse varianti della competizione, ma generalmente vince chi riesce a coprire la distanza maggiore con un numero predeterminato di lanci. Il gioco può essere giocato individualmente, in coppia, in terna ma anche a squadre.

La ruzzola ha un diametro di 13 cm ed è avvolta con cura con uno spago o fettuccia di canapa, lungo circa 2 metri. L’estremità dello spago viene legata attorno al dito. Dopo una breve rincorsa, la ruzzola viene lanciata sulla strada al fine di farla rotolare il più lontano possibile. Durante questa breve azione tecnica vengono prese in considerazione anche le curve della strada.

La ruzzola ha una lunga storia. Secondo alcuni non è esagerato pensare che il gioco possa avere origini etrusche. In ogni caso ci sono note immagini risalenti all’ XVIII secolo. Poiché il gioco è poco costoso e può essere praticato ovunque, a volte questa attività veniva definita in modo un po’ sprezzante “il gioco dei contadini”. Sebbene esistano senza dubbio numerose varianti in tutto il mondo, la vera ruzzola si gioca principalmente nelle Marche e in alcune regioni limitrofe. Per preservare la cultura del territorio la ruzzola è stata iscritta alla Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali (FIGeST).

Gli uomini con cui mi è stato permesso di trascorrere un pomeriggio mi hanno parlato con orgoglio di questo sport. Molti di loro hanno in casa una vetrina piena di trofei e dicono, facendomi l’occhiolino, di essere stati addirritura campioni d’Italia o del mondo.
Mi e stato anche permesso di lanciare la ruzzola qualche volta, ma era evidente che non ero in grado di eguagliare le qualità dei giocatori più esperti. Nonostante ciò e stata un’esperienza speciale far parte di questa vecchia tradizione italiana.