I principi di Cittaslow

Conoscete le Cittaslow? Lentezza positiva, economia circolare, resilienza, sostenibilità e cultura, giustizia sociale. Sono alcuni dei principi guida di Cittaslow, associazione che raggruppa piccoli comuni e città in tutto il mondo, fondata nel 1999 a Orvieto. L’obiettivo delle Città del Buon Vivere, il cui slogan è “innovation by tradition”, è quello di preservare lo spirito della comunità, trasmettendo memoria e conoscenza alle nuove generazioni, per renderle consapevoli del loro patrimonio culturale.

Oggi Cittaslow è un marchio di qualità presente in 88 comuni italiani, connessi a una grande rete internazionale. Un circuito di eccellenza, che vede ogni anno la realizzazione di progetti che concretamente migliorano la vita dei cittadini e del pianeta.

Si spazia dai piccoli centri con poche centinaia di abitanti, come Grumes Altavalle, Usseglio, Parrano, alle grandi città italiane come Trani, Gravina in Puglia, Belluno, Castello Cabiaglio e Abbiategrasso per citarne qualcuna.

A livello internazionale, sono ben 300 le città che hanno aderito a Cittaslow, distribuite in 33 Paesi. La maggior parte in Europa, ma anche in Canada, Usa, Brasile e Colombia, Sudafrica e Mozambico, Australia, Cina, Taiwan, Giappone e Sud Corea. Lo sapete che sono ben 10 le città slow presenti in Olanda? Sono Alphen-Chaam, Borger-Odoorn, Echt-Susteren, Eijsden-Margraten, Gulpen-Wittem, Heerde, Midden-Delfland, Peel en Maas, Vaals e Westerwolde.
https://www.cittaslow.org/network/dutch-national-network

I valori che animano e motivano le Cittaslow sono diversi, ma si possono riassumere in alcuni principi guida che sono alla base del movimento.

Il primo di questi è la lentezza positiva, che significa riappropriarsi del tempo necessario per crescere, socializzare, apprezzare la cultura, la natura e il cibo locale salutare, rispettando i ritmi naturali di ogni essere vivente. Il secondo principio è l’economia circolare. Se estrarre, produrre, utilizzare e gettare rappresenta lo schema tradizionale, questo nuovo modello implica condivisione, riutilizzo, riparazione, riciclo dei materiali per allungare il ciclo di vita dei prodotti, ridurre i rifiuti e generare ulteriore valore.

La resilienza, oggi termine abusato, già da anni rappresenta il terzo principio di Cittaslow. Mettere in valore quello che si è e quello che si ha, senza autodistruggersi: è uno dei cardini del movimento, un vero e proprio programma per il presente e il futuro.  Non poteva mancare un quarto principio dedicato a sostenibilità e cultura per valorizzare il patrimonio locale, utilizzare le risorse sociali, promuovere azioni di inclusione e di responsabilità condivisa.

Infine il quinto principio, che funge anche da collante per tutti gli altri, è quello della giustizia sociale. In un mondo globalizzato e interconnesso, come quello in cui viviamo, non c’è futuro di qualità se non garantendo convivenza civile e pace tra i popoli.

Per diventare Cittaslow ogni meta deve superare uno specifico processo di certificazione. Le città aderenti sono unite dal desiderio di dare un futuro di qualità alle presenti e nuove generazioni. È una sfida globale attuale per le comunità che vogliono riconciliarsi con il pianeta, progredire e crescere in equilibrio rispettando i propri limiti, a partire dalle proprie radici, tradizioni e storia. Per maggiori informazioni www.cittaslow.it