Raffaello e l’eco del mito

Il genio di Raffaello dal 27 gennaio al 6 maggio sarà protagonista di un’esposizione all’ Accademia Carrara di Bergamo che approfondisce le opere e il mito.

Il pittore e architetto nato ad Urbino nel 1483, allievo del padre Giovanni Santi e in seguito del Perugino, si affermò immediatamente come uno degli artisti più rinomati, nonostante la giovane età. In quel periodo storico era presente una vera e propria scuola pittorica che influenzò Raffaello profondamente, tanto che porterà sempre nelle sue opere tracce dell’atmosfera di un luogo pieno di fermento e linfa creativa.

La mostra sarà imponente e dettagliata con esposti oltre 60 lavori tra dipinti, sculture e testimonianze che raccontano i mondi e i maestri con cui venne in contatto l’artista: dalla Urbino del padre, a Perugino e Pinturicchio, mettendo a fuoco la sapiente capacità innovativa. Questa la dote che, insieme alla strepitosa maestria tecnica e alla controllata naturalezza, fa di Raffaello un punto di riferimento o un oggetto di polemica, come dimostrano alcuni lavori affiancati in mostra di Picasso, de Chirico, Giulio Paolini e Francesco Vezzoli.

L’esposizione di Bergamo è la prima delle celebrazioni del 2020 per il quinto centenario della morte dell’artista (avvenuta improvvisamente a soli 37 anni) e raccoglie prestiti straordinari provenienti dalle maggiori istituzioni museali italiane e internazionali.

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